mercoledì 2 agosto 2017

Ddl concorrenza, Federalberghi, Booking e la stanza da ridecorare

Il ministro Franceschini e Federalberghi esultano perché nella legge sulla concorrenza c'è anche una piccola norma che riguarda gli alberghi. Non sarà possibile vietar loro per contratto di offrire sul loro sito internet prezzi più bassi di quelli offerti dalle OTA, le agenzie di viaggi online, ovvero Booking, Expedia eccetera.

Sarebbe una vittoria secondo Federalberghi perché darebbe vantaggi ai consumatori - che così potranno spuntare prezzi più bassi - all'erario e alle imprese.

Fino ad ora gli alberghi potevano praticare prezzi più bassi di quelli da loro indicati sulle OTA ma solo per telefono, per email o al cliente che entrasse nell'hotel per chiedere se c'è una stanza libera. O ai clienti fidelizzati, per esempio con una tessera.

Non potevano farlo via internet per una ragione secondo me elementare: Booking o Expedia o qualsiasi altra OTA vende quella stanza su internet e si prende una commissione se il viaggiatore prenota.
In cambio offre all'albergatore una serie di servizi. Il primo che mi viene in mente è che ha una capacità enorme di raggiungere il cliente ovunque, è tradotto in decine di lingue, consentendo in questo modo al turista lituano di incontrare il Bed and Breakfast del Pollino, al cinese di trovare un agriturismo nelle Marche. Dà una visibilità agli alberghi che altrimenti non avrebbero mai avuto.

Ovviamente si fa pagare una percentuale, che scatta solo se il turista prenota via OTA. Molti di noi turisti ormai navigati usano Booking per avere informazioni sui prezzi e poi telefonano alla struttura, che volentieri ci applicherà un prezzo più basso di quello che vediamo sul sito perché non dovrà pagare la percentuale. Conviene a noi e a loro. Ma Booking sicuramente lo sa e conta su tutti quelli che prenotano direttamente sul sito, che sono tanti. Non importa se lo fanno solo una volta, evidentemente è un guadagno notevole per le OTA e secondo me andava bene a tutti.

Non bastava questo? Troppo avide le multinazionali? Non bastava trattare sulle percentuali, chiedere a Booking di abbassare i prezzi e continuare ad usufruire di una visibilità molto grande?

No, sostengono gli alberghi, perché "si proibisce agli alberghi di pubblicizzare un prezzo più conveniente". Ma non è vero. Possono vendere a prezzi più bassi e pubblicizzarlo, per esempio inviando mail ai clienti. Ripeto: gli alberghi non possono farlo su internet perché non si capisce altrimenti che interesse avrebbero le OTA a pubblicizzare quell'hotel. Che motivo avrebbero? Mettono in vetrina il bed and breakfast di Pienza e poi il turista va sul sito del b&B e prenota?

E soprattutto: a che serve agli hotel pubblicizzare sul loro sito prezzi più bassi? Davvero a Federalberghi pensano che un piccolo o anche un grande albergo italiano possa essere "visto" nella rete, nel mondo, dai  turisti che cercano una stanza dall'altra parte del mondo. Che possa fare "concorrenza" ai giganti del web?

Sembra davvero una battaglia ideologica. Per ora Federalberghi promuove una iniziativa pure lodevole che si chiama Book direct, prenota senza passare per le agenzie, con un simpatico logo europeo disponibile in molte lingue. Ma si tratta semplicemente di un logo scaricabile, un distintivo. Prima, su quel sito, il turista deve arrivarci.

Poi c'è l'altro argomento ideologico, il fatto che in altri Paesi europei la parity rate è stata già abolita. Ma parliamo di 4 Paesi europei e della Turchia. C'è la Francia, il cui senso per la libera concorrenza non è mai stato brillante. E poi la Germania e l'Austria. Insomma: non mi sembra un argomento fortissimo

In ogni caso lo sanno anche a Federalberghi che ora la sfida per gli alberghi è aperta: non basta una legge, si deve investire, fare in modo che il cliente arrivi sul sito dell'albergo da solo, e per far questo il sito deve esser fatto bene, l'albergo deve essere capace di attrarre, il personale e i manager capaci di fare il loro lavoro.
Ma - mi chiedo -  se gli alberghi non saranno stati capaci di fidelizzare almeno i loro clienti - per esempio inviando loro mail, coinvolgendoli in programmi di fidelizzazione, perché il turista arrivato la prima volta con Booking prenotasse direttamente con loro dalla seconda volta in poi - perché dovrebbero essere capaci di raccogliere questa sfida?

Le OTA probabilmente se ne faranno una ragione. Federalberghi festeggia e magari proverà ora ad inventare un prodotto tipo italyhotels. Un po' meglio, magari.

Se chiedo una stanza al Plaza di Roma per questo fine settimana ItalyHotels me la offre a 210 euro, Booking a 208. Io sono andato su Trivago e l'ho trovata a 184, con Roomdi.

Poi, in verità, stasera sul sito dell'hotel la trovo a 170 euro ma - ed è il sito di un cinque stelle - c'è una didascalia inquietante. "Camera da ridecorare".
Eccola:


Che vorranno dire? Io mi spaventerei di prenotare una "camera da ridecorare" a 170 euro. Lo so, sarà una vecchia didascalia, ma se questo mi deve dire quanto sono capaci e intraprendenti gli albergatori italiani, pronti alla sfida e alla concorrenza, siamo messi male.
E giuro che il nome dell'hotel l'ho scelto veramente a caso.