lunedì 1 dicembre 2014

Occupati, disoccupati, inattivi: quel che Renzi non dice

Renzi dice nella direzione Pd che sarebbe molto interessante parlare dei dati Istat sull'occupazione. Poi elenca qualche cifra a caso, e passa ad altro. E' per dire - probabilmente - che lui conosce bene i dati e sa che lo slogan "abbiamo creato 400 mila posti di lavoro" è vero, solo che "non riusciamo a spiegarlo al Paese".
Il fatto è che non è proprio così.

I dati Istat dicono che

1) continua a decrescere il numero degli occupati a tempo pieno. Sono 68 mila in meno nel terzo trimestre 2014 rispetto al corrispondente trimestre del 2013.

2) salgono gli occupati a tempo parziale, "a ritmi sostenuti", dice l'Istat: + 4,9 per cento. Nella maggioranza dei casi non sono part time scelti ma casi di quello che le statistiche chiamano "part time involontario". Neppure l'ars oratoria di Renzi potrà spiegarlo come una cosa buona.

3) crescono i dipendenti a termine e i collaboratori: + 6,7 per cento e + 5 per cento rispettivamente.

4) cresce il tasso di disoccupazione. Renzi dice - come per spiegare ai bambini quel che lui sa ma che il suo governo "non riesce a spiegare" - che dipende dal fatto che le persone "ci credono di più., e quindi tornano ad iscriversi alle liste di collocamento", ché evidentemente con Letta non lo facevano. In realtà i dati dicono che diminuiscono gli "inattivi", (quelli che non ci credono più in linguaggio statistico) tra i 55-64 enni, e soprattutto tra le donne. Probabile che siano quelli che hanno perso il lavoro, e che si rimettono a cercarlo, o quelli cui è scaduto il contratto a termine.

5) Come ha già notato Claudio Cerasa su Twitter,
gli occupati secondo i dati Istat crescono molto di più tra gli immigrati che tra gli italiani. Il tasso di occupazione tra i lavoratori immigrati è cresciuto di 128 mila unità, contro una occupazione italiana sostanzialmente stabile.