Nei giorni scorsi molti di
voi avranno letto – sui giornali o ancora più probabilmente sui
social network – una frase attribuita ad un personaggio autorevole,
un magistrato, e non un magistrato qualsiasi ma un Procuratore della
Repubblica. Quello di Rieti.
Il dottor Giuseppe Saieva – scriveva il quotidiano LaRepubblica – rivolgeva una pesante accusa a chi aveva costruito un
palazzo crollato ad Amatrice. Un palazzo in cui, diceva, “devo
pensare che sia stato costruito al risparmio, utilizzando più sabbia
che cemento”.
Ora, visto che la frase è
rimbalzata ovunque ed ha dato spunto ad indignate riflessioni di
giornalisti ed opinionisti che evidentemente non hanno idea di come
funzioni l'attività in un cantiere, che la sabbia sia di più del
cemento è assolutamente normale. Quando si voglia impastare una
malta o calcestruzzo armato, infatti, il rapporto tra cemento e
sabbia, ghiaia e pietrisco, se proprio vogliamo fare un bel cemento
armato, è di uno a tre. Per esempio: 400 kg di cemento a fronte di
0,4 metri cubi di sabbia, di ghiaia e di pietrisco. 0,4 metri cubi di
sabbia pesano circa 800 chili.
Ma siamo certi che anche
questa breve lezioncina su come si impasta il cemento non basterà.
Forse – come pure abbiamo letto e condiviso su Twitter – servirebbe che i
giornalisti e gli opinionisti esperissero l'esperienza di un anno di
cantiere prima di parlare di cose che non conoscono.
per una buona malta: 1 parte cemento, 4 sabbia, 1 acqua, poi leggi i titoli "più sabbia che cemento" e invochi un anno di cantiere per tutti
— Dipendente Rai (@DipendenteRai) August 27, 2016
Ma non è neppure questo il punto.
Il punto è che il dottor Saieva, dopo che le sue dichiarazioni hanno
cominciato a circolare, ha fatto un chiarimento. Deve essersi spaventato. Ed ha detto intanto
che la frase sul palazzo con più sabbia che cemento era
“una frase estrapolata da una considerazione che facevamo in modo assolutamente generale con riferimento alla possibilità che parte di un edificio possa crollare e parte no. Dico: mah, può dipendere un po' da tutto, dal fatto che magari in quel caso la malta sia più carica di sabbia che di cemento”, insomma “era semplicemente una considerazione assolutamente non dico salottiera ma giù di lì”.
Insomma, dice Saieva, io
non ho accertato nulla. E infatti spiega:
“Non abbiamo nessun dato investigativo certo”.
E ancora:
"Acquisiremo tutti gli spunti investigativi che ci verranno dati sia dalla polizia giudiziaria che anche dai media, perché è tutto utilizzabile".
E ribadisce il
concetto:
"Non abbiamo nessun dato investigativo certo e addirittura ci basiamo al momento sui media. Le nostre forze di polizia giudiziaria sono tutte impegnate nelle attività oppure in attività di coordinamento, non possiamo neppure distoglierla per acquisizioni che si possono fare in un secondo momento".
Ora, se l'italiano ha un
senso, Saieva ci dice che per ora non ha elementi. Che li sta
acquisendo. Che si basa anche su quello che si legge sui giornali. E
uno si chiede: ma tutti gli articoli che prendevano spunto dalle
dichiarazioni “salottiere” di Saieva? Alla fine i carabinieri acquisiranno
pure quelli?
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