sabato 22 aprile 2017

I soldi per i migranti: qualche cifra

Scrissi di questo argomento un paio d'anni fa. L'Italia chiedeva all'Europa di essere comprensiva per via delle spese sostenute per i migranti. Io tentai, in modo forse approssimativo, di esaminare bene i numeri per contestare la cifra di 3,6 miliardi di euro inserita nella legge Finanziaria. Mi sembrava un po' altina.

Non mi si è filato nessuno, segno che probabilmente avevo scritto sciocchezze.

Nel frattempo il tema "gestione dei migranti" ha continuato a tenere banco e le cifre hanno continuato a salire. Fino alle ultime che superano di gran lunga quelle di due anni fa. In questi due anni è diventato molto di moda parlare di fact checking.

Non che io mi sia rassegnato. Qualche tempo fa, parlando con un importante funzionario della Farnesina, gli dissi quel che avevo scritto nel mio post. Lui mi disse che la cifra di 3,6 miliardi era campata in aria, inverosimile, e che a Bruxelles in casi come questi fanno finta di credere alla veridicità delle cifre fornite dal governo italiano.
Convenimmo che in fondo, come si dice, la questione è "politica" e che le cifre sono quel che sono. Contano e non contano quando c'è una trattativa.

Dicevo che le cifre sono aumentate ancora. Il Documento di economia e finanza lo dice chiaramente, fornendo poi grafici e tabelle. Le parole di Padoan sono queste:

Il deciso incremento dei flussi e delle presenze a fine 2016 si riflette nei dati oggi disponibili, che aggiornano al rialzo le stime presentate nel Documento Programmatico di Bilancio20. In base ai dati attuali, le operazioni di soccorso, assistenza sanitaria, alloggio e istruzione per i minori non accompagnati sono, al netto dei contributi dell'UE, pari a 3,6 miliardi (0,22 per cento del PIL) nel 2016 e previste pari a 4,2 miliardi (0,25 per cento del PIL) nel 2017, in uno scenario stazionario. Se l'afflusso di persone dovesse continuare a crescere la spesa potrebbe salire nel 2017 fino a 4,6 miliardi (0,27 per cento del PIL). 
Fino allo 0,27 del PIL, dice Padoan.

La notizia ovviamente è circolata nei giorni scorsi, con inevitabile seguito di polemiche da parte di quelli che dicono che i migranti costano troppo.  Per esempio Giorgia Meloni, che non ha mancato di gridare che quei soldi devono andare alle famiglie italiane.

Se uno fa una semplice divisione, 4,6 miliardi diviso, per stare molto larghi, 200 mila persone, otteniamo oltre 23 mila euro a persona all'anno. Ogni immigrato costerebbe tanto all'Italia?
Non sarà un po' tantino?

La spesa è composta da varie voci. Ci sono le operazioni di soccorso, l'assistenza sanitaria (solo d'emergenza, è bene ricordarlo), l'istruzione (ovviamente solo per i minori), l'alloggio.

La rete di assistenza del ministero dell'Interno, attraverso gli enti locali, si chiama Sprar e ogni mese pubblica i suoi numeri. In questo momento poco più di 25 mila persone sono inserite in progetti Sprar. La spesa è inferiore ai 500 milioni di Euro per un anno. Ci sono poi le strutture temporanee di accoglienza e quelle che il ministro Minniti vuole mettere in tutte le regioni. Il costo di queste strutture fino a l'anno scorso era inferiore al miliardo di euro. Vogliamo fare 1 miliardo e mezzo? E arriviamo a due miliardi.

Ma, direte voi, c'è il soccorso in mare e l'istruzione!
Beh, allora guardate la tavola che il Ministero dell'Economia ha inserito nel Def per illustrare la spesa per la gestione dei migranti. I numeri sono le percentuali di spesa per ogni componente: soccorso, accoglienza, sanità e istruzione.



Come è facile vedere, la spesa per accoglienza è ben oltre la metà del totale. Detto in altro modo: se è 2 miliardi il totale della spesa per l'accoglienza, il totale delle altre due voci non può superare il miliardo e 200 milioni. Anche perché le operazioni in mare negli ultimi mesi sono state fatte anche da Ong varie, dunque sicuramente con meno oneri per lo Stato.

E poi perché a scuola i numeri non sembrano essere molto diversi da quelli dell'anno scorso: i minori nelle scuole sono aumentati soprattutto nello scuole secondarie di secondo grado e le comunità maggiori sono le stesse di qualche anno fa: romeni, cinesi, marocchini, albanesi, filippini, indiani, moldavi, ucraini, peruviani. I nigeriani, per dire, sono meno del 2 per cento degli studenti stranieri. Dalla Costa d'Avorio lo 0,6 per cento, dal Pakistan il 2,3.

E' anche facile notare come la percentuale di spesa per l'accoglienza abbia subito degli innalzamenti netti: dal 50 per cento del 2014 al 58 l'anno dopo al 68 per cento nel 2017. L'impressione è che siano numeri messi a caso. Ma sicuramente non sarà così.

Infine, Padoan nel Def cita il Fondo Monetario Internazionale che in uno studio afferma che i migranti costano all'Italia anche più dello 0,27 per cento del Pil. Dice il MInistro: lo dice pure il FMI.
Immagino che si riferisca a questo paper. Che si basa sui numeri forniti dalle autorità nazionali, però. Ovvero dal Ministero dell'Economia.
Che i numeri forniti dalle autorità nazionali siano un po' ballerini lo si capisce anche dalla tabella qui sotto, dallo stesso paper.

Secondo queste stime avremmo speso rispetto al Pil, nel 2015, quanto la Germania, che nel 2015 ha accolto oltre 1 milione di richiedenti asilo. Sempre per ricordare che noi stiamo a lamentarci per 8000 arrivati in tre giorni in Sicilia.

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