giovedì 27 aprile 2017

Il parlare a vanvera sui migranti. Non serve il fact checking, serve il ragionare

Le Ong che lavorerebbero forse in combutta coi famosi trafficanti di uomini per finalità oscure, che potrebbero arrivare  all'intento di "destabilizzare l'economia italiana per trarne dei vantaggi". L'autore di questa analisi sociologica-criminologica è un magistrato, il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro. Non è che abbia delle vere e proprie notizie di reato. Ha delle "evidenze", dice lui, che vuol dire tutto e non vuol dire niente.

Uno che ragiona - a parte la moda tanto in voga di fare il fact checking, che aiuta ma alla fine non dice molto di più, e rischia anche di rendere ancora più incomprensibili i fatti, come è il caso di questo articolo di Repubblica, che ipotizza informazioni dei "servizi segreti" e parla di donazioni "molto consistenti" per alcune Ong - dovrebbe riflettere sulle ipotesi che si fanno e chiedersi se hanno senso. Non serve il fact checking. Serve il ragionare, come diceva un personaggio di Sciascia.

Lo schema sarebbe che i "trafficanti di uomini" prendono - immagino con la forza - migliaia di poveri disperati arrivati in Libia, li radunano nei pressi di una spiaggia, li costringono con la forza a salire su dei gommoni, chiamano le Ong complici che precedentemente hanno pure finanziato e li scortano fino all'arrivo delle Ong.

Perché lo farebbero? Se anche non finanziassero e non chiamassero le Ong, queste salverebbero lo stesso i poveri disperati. E perché quei poveracci sono arrivati in Libia? Vittima anche loro di fake news, immagino pensino i nostri fact checker.

Probabilmente quel che accade è che i poveri disperati viaggiano per settimane fino alla Libia perché sanno che da lì si parte. Lì quasi sempre vengono ammassati in posti nei pressi dei porti di partenza da persone poco raccomandabili cui tuttavia essi si affidano come noi ci affideremmo a una hostess di Alitalia.

Rimangono lì dei giorni, delle settimane o dei mesi. Pagano il loro viaggio ai "trafficanti di uomini" perché vogliono partire, perché è mille volte meglio per loro rispetto a quello che hanno passato e che passano.

I trafficanti di uomini li scortano vicino alle navi delle Ong o a quelle della Marina Italiana o a quelle di Frontex che li raccolgono e li portano in Italia o comunque in Europa. Nessuno li forza a partire e questo dovrebbe indurre anche la mia categoria a finirla di parlare di "trafficanti di uomini", perché questo si intende per trafficati di uomini: gente che costringe altra gente a partire contro la propria volontà.

Gli scafisti fanno un mestiere infame ma è un mestiere che consente a migliaia di poveracci di arrivare in Italia. Non c'è un altro modo per loro. Non è che possono prendere l'aereo, nemmeno li farebbero decollare. E' chiaro a tutti questo?

Magari, dico io, le navi delle Ong partissero direttamente da Sabrata: i poveracci risparmierebbero i soldi - tanti - che pagano e rischierebbero di meno. Io farei così, dipendesse da me.
Ma Zuccaro come la vede? E i miei colleghi?

Se io lavorassi su una di quelle navi darei il mio numero di cellulare a tutti quelli che me lo chiedono, perché lo passino a quelli che si stanno per imbarcare, perché vorrei che se qualcuno ha bisogno di aiuto mi possa chiamare, visto che tanto sono in mare per raccoglierli.
Se anche qualche migrante o trafficante ha telefonato a qualche Ong per dire veniteci a prendere, cosa ci sarebbe di male? Non dovevano andare?

E' il piano per destabilizzare la nostra economia che fa ridere, che non ha senso, che può essere solo l'idea balzana di uno che non sa come spiegarsi fatti che sono facili da spiegare, senza bisogno di fare il fact checking: se vengo dalla Nigeria, dal Sudan, dalla Siria, dal Gambia, dall'Eritrea, se ho fatto migliaia di chilometri per arrivare in Libia perché so che lì non c'è uno Stato e non rischio di essere messo in gabbia da Gheddafi, se i porti sono in mano a gente che organizza viaggi, se ho messo da parte qualche migliaio di dollari allora io parto e ci provo, perché tanto non ho niente da perdere.

Come si può immaginare che un flusso di gente così ampio possa essere organizzato da qualche entità per "destabilizzare la nostra economia"? Ma davvero?

A queste persone, a questi poveri disperati, non puoi opporre le parole a vanvera:  o gli spari o continueranno a venire e un Paese civile deve organizzarsi per accoglierli, e anche fare in modo che dai loro Paesi decidano di non partire, magari investendo, magari destinando risorse. Certo non annunciando accordi con il governo libico che la prima cosa che uno si chiede è: quale dei 24 governi libici? E nemmeno facendoli con governi veri, perché quelli che dicono che con Gheddafi le cose funzionavano a meraviglia dimenticano che i migranti arrivavano in Libia pure con Gheddafi, partivano anche allora da lì, solo che ogni tanto qualche migliaio veniva messo a marcire per qualche mese nelle galere del compianto. O lasciato morire.

Comunque io sono per non sparargli.

Loro comunque, arrivati da noi, nella gran parte dei casi proveranno sempre ad andare più a Nord, perché tra Castelvolturno e Malmoe pure loro sanno che è meglio Malmoe. Freddo a parte.

Nessun commento:

Posta un commento