giovedì 12 ottobre 2017

Alcune cose da sapere su Cesare Battisti

Su Cesare Battisti ogni tanto c'è un certo affollamento di articoli di giornale. In genere però sono tutti uguali l'uno all'altro, pieni di dettagli inutili e penosamente vuoti di elementi per comprendere la notizia che si vuole dare.
Una cosa che per esempio mi è sempre rimasta impressa è che un pentito, l'accusatore principale di Battisti, membro dei Pac come lui, raccontava a un certo punto che Battisti era uso calzare i camperos perché così sembrava più alto.
Questo dettaglio secondo me è molto più utile di tante analisi, per dire chi è Battisti.
(Chi non sa cosa siano i camperos vada su google).

In questi giorni, di Battisti, c'è una frase nei titoli: se mi rimandano in Italia mi mandano alla morte. Una cosa del tutto priva di senso, che non aveva senso dieci anni fa e neppure quaranta anni fa, perché ormai stiamo parlando di fatti che risalgono a quasi 40 anni fa. Neppure allora Battisti rischiava la pelle, in carcere.

Tanto è vero che  suoi complici finiti in galera sono - probabilmente tutti  - fuori da un pezzo. E lo sarebbe anche lui se non fosse così terribilmente incline alla lagna.

Dunque sicuramente durante gli anni del terrorismo non vigeva uno Stato di polizia, sicuramente. Altrettanto sicuramente però la legislazione dell'emergenza sacrificò pesantemente alcuni diritti di difesa e alcune garanzie fondamentali. E' bene ricordarlo.
Non c'era la dittatura però storie di botte piuttosto pesanti in carcere ce ne sono.
Le denunciarono in pochi e ancora oggi in pochi se ne ricordano, ma ormai che ci siano state è un fatto.
E' un fatto pure la storia di una specie di torturatore specializzato, un "professore".

Da sempre Battisti dice che vorrebbe tornare in Italia ma "non può". Nel senso che se torna deve andare in galera, ovvio. "Non posso negare di essere stato un membro" dei Pac, dice in una intervista del 2012 a Le Iene.
"Ho fatto uso delle armi", dice ma "non ho mai pensato di uccidere qualcuno", frase abbastanza ridicola perché dice anche che in quegli anni tutti volevano fare la rivoluzione con le armi. In ogni caso Battisti è stato condannato per quattro omicidi.

Uno di questi omicidi è quello del gioielliere Torregiani, che il suo gruppo decise di uccidere perché qualche giorno prima - mentre tentavano di rapinarlo - il gioielliere aveva ucciso un rapinatore. Durante l'azione contro Torregiani rimase ferito il figlio Alberto.
E' bene sapere che si tratta dell'uomo in sedia a rotelle che appare in tv ogni volta che si parla di Battisti. Non è stato ferito da Battisti né dai Pac ma dalla pistola del padre, che sparò.

E' bene inoltre sapere che le sentenze affermano che quell'omicidio fu opera di altri esponenti dei Pac ma non di Battisti, che è stato condannato come "ideatore" del delitto.

Battisti secondo le sentenze ha invece commesso altri omicidi.  Per esempio uno, quando fu ammazzato un poliziotto, l'agente Andrea Campagna, definito "torturatore", che era semplicemente un autista visto in tv mentre portava a San Vittore alcuni complici di Battisti e company.
Fu ammazzato da Battisti, secondo la sentenza. E  - secondo il racconto dei suoi complici - portava quei famosi stivaletti camperos. Per sembrare più alto.

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