martedì 13 maggio 2014

Immigrati, richiedenti asilo, Italia

Il Presidente del Consiglio Renzi ha preso qualche altro titolo di giornale per la sua battuta secondo cui l'Europa non può salvare le banche e poi lasciar morire donne e bambini che tentano di arrivare sulle coste dell'Europa.
La frase non è dissimile alla sindrome che coglie i governanti italiani, abituati allo stesso mantra da anni: quelli che scappano dalla fame, dalla miseria e dalla oppressione, nella sponda sud del mediterraneo, arrivano "naturalmente" sulle nostre coste. Di solito poi si aggiunge: 'Non è da noi che vogliono venire" (ed è come se dicessero: l'Italia fa schifo, lo sanno pure i siriani). Vogliono andare in Germania, in Svezia, in Olanda.
I giornali puntualmente raccontano le storie felici di immigrati che sono riusciti ad arrivare nella dorata Danimarca. Ma il problema sono quei cattivoni dell'Europa, che non vogliono farli passare.
Discorsi miserabili, ma tant'è. Sono discorsi.
Poi ci sono i numeri. I dati veri.  Quelli che dicono come la sindrome "vengono tutti da noi" sia una sciocchezza. Perché l'Europa ha confini anche a est. E perché persino quelli senza confini terrestri - l'isolato e antiUe Regno Unito, per dire - fanno meglio di noi in termini di accoglienza. E si lamentano di meno.
Per esempio (i dati sono presi dalla pregevole West Info): sapete quanti siriani sono entrati in Europa chiedendo asilo? Poco più di 50 mila. Sapete quali Paesi li hanno accolti? Primo, la Svezia (oltre 16 mila). Poi la Bulgaria (molto più vicina della Svezia), quasi 5 mila. E persino la Croazia, la Slovenia, la Romania, il Portogallo.
Sapete qual'è la popolazione con il maggior numero di richiedenti asilo in Italia? Quella nigeriana, poco più di 3000 persone.
Sapete quanti richiedenti asilo c'erano in Italia nel 2013? Meno 28 mila.
Sapete quanti richiedenti asilo c'erano in Germania? 126 mila. E in Francia? 64 mila. E in Gran Bretagna, Paese dove le banche le salvano eccome, e dove non arrivano con i barconi? 29 mila.
Più che in Italia, dove ci si lagna tanto, e si invoca sempre l'Europa.

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