mercoledì 21 ottobre 2015

Legge di Stabilità e clausola migranti, ovvero perché 3 miliardi e 300 milioni sembra una cifra un po' altina

Nella lettera che il ministro dell'Economia Padoan ha inviato a Bruxelles per spiegare alla Commissione europea la legge di Stabilità  c'è un capitolo dedicato al costo che l'Italia sta sostenendo per accogliere i migranti, titolato "Fiscal costs of immigration and rescue operations". E' quella che i giornali chiamano "clausola migranti", ovvero la richiesta alla Ue di poter sforare di altri 3,3 miliardi di euro a causa dei costi che il fenomeno dell'immigrazione ha causato e causerà al bilancio dello Stato italiano.

Scrive Padoan che la parte più significativa di questa spesa ("the most significant share of expenditure") riguarda le strutture di accoglienza e la quantifica nel 50 per cento del totale. Poi le operazioni di recupero e di salvataggio in mare (25-30 per cento) e infine per le cure e la scuola per i migranti che arrivano in Italia.  Senza contare i costi "indiretti e incalcolabili" (indirect, and incalculable, costs are being faced for the overall integration of immigrants into the economic and social fabric of the country).
Cerchiamo di vedere nel dettaglio numeri ed "expenditure" relative.

I migranti ospitati in Italia, secondo i dati forniti dal Viminale, sono in questo momento quasi 100 mila, divisi tra la rete di accoglienza Sprar (Servizio centrale protezione richiedenti asilo e rifugiati), i centri governativi e quelli temporanei. Lo Sprar pubblica dei bandi - uno è attivo proprio in questi giorni - in cui invita a candidarsi per ospitare migranti. Solo in questa fase il bando è per 10 mila posti. I migranti che oggi sono distribuiti tra gli enti locali, in attuazione di oltre 450 progetti, sono oltre 20 mila.

Anche a voler largheggiare, anche a voler considerare la spesa di 50 euro al giorno per ogni migrante (il costo medio come sapete e come ripetono ossessivamente quelli che non vogliono gli immigrati è 35 euro), se moltiplichiamo per 100 mila migranti, siamo a 5 milioni di euro. Per un mese fa 150 milioni, per un anno fa 1 miliardo e 800 milioni. Una cifra molto alta che neppure il governo considera. La conferma arriva da una tabella pubblicata proprio ieri, 21 ottobre, dal ministero dell'Interno in un rapporto sulla accoglienza (qui l'abstract). Dice che la stima del costo totale tra le strutture Sprar, i Cara, i Cda, i Cpsa è di 1 miliardo e 162 milioni.

Siamo dunque molto lontani dai 3 miliardi e 300 milioni di cui parla il governo. Se questa parte, come dice Padoan, è il 50 per cento della spesa, scoprirete che ai 3 miliardi non ci arriveremo mai.
Dice infatti il governo italiano: ma non c'è solo l'accoglienza. C'è la spesa per l'intervento delle nostre forze dell'ordine, per i salvataggi in mare, per la protezione civile, quella che deve sopportare il sistema sanitario e quello scolastico. Queste due voci dovrebbero fare l'altro 50 per cento.
Nel documento inviato alla Commissione Europea il governo italiano giustamente sottolinea che il nostro Paese consente di frequentare la scuola e di terminare gli studi a tutti i minori, indipendentemente dallo status dei genitori. Ma se se guardano i dati dell'anno scolastico 2013-2014 (l'ultimo disponibile) si vede che gli stranieri nelle scuole italiane erano oltre 800 mila, di cui oltre 150 mila di nazionalità romena, oltre 100 mila di nazionalità albanese, oltre 100 mila marocchini, e poi - scendendo nella classifica - cinesi, filippini, moldavi, indiani, ucraini, peruviani, tunisini, dall'Ecuador, dai Balcani, dalla Turchia, perfino dalla Francia o dalla Gran Bretagna.
E soprattutto oltre la metà di quel 51 per cento è di seconda generazione, ovvero è nata in Italia. Quell'anno gli alunni entrati "per la prima volta" a scuola erano il 4,9 per cento del totale. Meno di 40 mila. E di questi occorrerebbe sapere quanti fanno parte della categoria "figli di migranti clandestini".

Ma anche ammettendo una qualche variazione dovuta all'arrivo dei barconi (secondo i dati del ministero dell'Interno nel 2014 sono arrivati oltre 26 mila minori, di cui 14 mila non accompagnati, fino al 10 ottobre 2015 ne erano arrivati altri 16 mila circa) difficile che il numero di alunni stranieri figli di clandestini sia tale da provocare chissà quali spese all'istruzione italiana.

Anche ammettendo un costo standard per studente di 2500 mila euro e anche ammettendo tutti i minori arrivati poi approdati nelle aule scolastiche ad apprezzare la buona scuola, avremmo una spesa di 100 milioni di euro. E sicuramente non è così. Anche perché non sappiamo quanti di questi minori entrino davvero in una scuola e quanti se ne stiano nascosti in attesa di tentare di andare in Germania o in Svezia.

Quanto al sistema sanitario, vale la pena di ricordare che i "clandestini" possono avervi accesso solo per cure definite "essenziali": gravidanza, vaccinazioni, profilassi e cura di malattie infettive,  cure ambulatoriali e ospedaliere urgenti. In questo caso i medici sono tenuti a non segnalare il "clandestino" alle forze dell'ordine. Non crediamo che i numeri siano tali da spiegare una spesa molto significativa per il nostro sistema sanitario.

Infine, la spesa per protezione civile, polizia, salvataggi. In questo caso, per avere una misura delle cose, facciamo un confronto: il fondo missioni, cioè la dotazione annuale che il Ministero dell'economia ha riservato a tutte le missioni militari italiane all'estero, è di 900 milioni di euro. Forse quest'anno non basteranno, forse serviranno 100 milioni in più. Siamo al miliardo.
Possibile che l'azione di salvataggio e di assistenza quest'anno sia costata molto di più degli oltre 4500 militari italiani impegnati in Afghanistan, nei Balcani, in Libano eccetera eccetera, con relative armi, mezzi, rifornimenti?
Sempre per fare un confronto, l'operazione Mare Nostrum era composta di 700-1000 militari, due corvette, un pattugliatore, alcuni elicotteri. E costava all'Italia - secondo la Fondazione Leone Moressa  - circa 7 milioni di euro al mese, che in un anno fa 84 milioni.
Ancora per fare un esempio, il costo di Triton, secondo la Fondazione Ismu, incideva per circa 2 euro all'anno nelle tasche di ogni italiano. Facile fare il conto: 120 milioni di euro.
Sempre secondo la Fondazione Moressa il costo stimato della operazione Frontex, per la quale 15 Stati dell'Ue hanno offerto mezzi e risorse, è di circa 2,9 milioni di euro al mese. Sembra molto difficile arrivare alle cifre di cui ha parlato il governo.

D'altra parte che al fatto che la Ue ci conceda la clausola migranti non sembrava credere molto il presidente del Consiglio Renzi, almeno a giudicare dalle parole che ha usato in conferenza stampa presentando la manovra.

Una dichiarazione che si spiega forse anche con il fatto che quel numero lo hanno messo un po' a casaccio, tenendosi larghi senza aver fatto bene i conti, come forse è successo anche per altri punti della legge di Stabilità.

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