venerdì 1 dicembre 2017

Per capire meglio la questione Ilva ascoltate Borraccino

Per capire meglio la questione Ilva è meglio andare oltre lo scontro tra Calenda ed Emiliano e il sindaco di Taranto e i rispettivi tweet. Il DPCM su Ilva risale a settembre e fin da subito le autorità locali hanno chiesto modifiche, in particolare alle prescrizioni che concedono maggior tempo ad Am Investco, la società che ha rilevato Ilva, partecipata in gran parte dalla multinazionale Arcelor Mittal,  per le opere di carattere "ambientale". In gioco c'è anche il potere della Regione, che ha sue normative sulla salute pubblica.

L'oggetto di contesa di questi giorni però riguarda un ricorso al Tar presentato dalla Giunta Regionale della Puglia e dal Comune di Taranto che - a detta del ministro Calenda - rischia di far chiudere Ilva.
Emiliano invita invece a non creare panico e insiste sulla sua posizione


Sicuramente su Ilva a Taranto ci sono punti di vista molto diversi: una grande azienda siderurgica non è comunque una industria a basso impatto ambientale e dunque non potrà mai essere "pulita". Non piace a una parte della città - un comitato genitori ne chiede semplicemente lo smantellamento. Un'altra parte della città la vuole perché vuol dire 10 mila posti di lavoro senza considerare l'indotto. Difficile decidere, insomma.

Detto questo, stupirà scoprire che nel consiglio regionale della Puglia un consigliere di Sinistra Italiana, sicuramente più "a sinistra" di Emiliano dunque, ha presentato un ordine del giorno per chiedere alla Giunta regionale della Puglia di ritirare il ricorso al Tar. Se ne discuteva oggi.
Solo che la sua proposta, una ragionevole proposta di uno che, più che twittare, diceva: discutiamo con il governo e cerchiamo di ottenere qualcos'altro, non è passata. Emiliano ha parlato, poi lungo dibattito, poi sono iniziate le procedure di voto e gran parte dei consiglieri regionali sono usciti dall'Aula. E quelli che erano in Aula si sono astenuti.  Dunque dopo cinque ore di dibattito il voto non c'è stato, per mancanza del numero legale. Così per un'altra settimana si potrà continuare ad andare di tweet.

Il consigliere si chiama Mino Borracino e per capire meglio la questione vale la pena, in conclusione, leggere quello che ha detto, nei giorni scorsi:

"Ribadiamo ancora una volta che, a nostro avviso, l’unica strada concreta che il Governo deve praticare per coniugare il diritto al lavoro con quello alla salute, è quella di espletare, all’interno delle procedure AIA, la Valutazione dell’Impatto e del rischio Sanitario, così come indicato nelle linee guida VIIAS, redatte dalle Agenzie nazionali di Ispra e Arpa, al fine di garantire la tutela di lavoro e salute all’interno delle procedure di Autorizzazione agli impianti a forte impatto ambientale e sanitario.Il Governo, attraverso il Decreto Balduzzi del 2013, escludeva l’applicazione delle valutazioni sanitarie nell’AIA per le aziende Siderurgiche, facendo così un regalo agli inquinatori e impedendo così di valutare l’esistenza di un rapporto equilibrato fra la presenza della produzione di acciaio e la Città di Taranto. Questo Decreto va cambiato e chiediamo al Governo di farlo. Detto questo, non capiamo la posizione ondivaga del Presidente Emiliano che, fino ad ora si è distinto per non sollevare mai questa situazione, nonostante la Legge sulla Valutazione del Danno Sanitario (L.R. n. 21 del 2012) sia uno dei capisaldi della legislazione della Puglia. Un esempio per l’Italia intera, essendo la prima Norma italiana che disciplina questa delicata materia. Ancor più incomprensibile, e anche un po’ grave, ci sembra la mancata applicazione della Legge regionale sulla Valutazione del Danno Sanitario nei confronti dell’Enel, per l’AIA della centrale elettrica di Cerano. Se è vero, infatti, che per il siderurgico la competenza regionale è stata esautorata dal Governo, è altrettanto vero che sulla centrale a carbone di Cerano (altro grande impianto impattante, al centro di polemiche e inchieste sull’inquinamento dell’area di Brindisi) la competenza della Regione Puglia c’è tutta. Come mai il Presidente Emiliano non ha applicato la Legge regionale nel caso dell’AIA alla centrale di Cerano, avendone piena competenza, mentre per l’Ilva di Taranto sale sugli scudi di una polemica con il Governo che rischia solo di produrre ancor più divisione fra ambientalisti e operai, senza offrire una soluzione? Perché il Presidente Emiliano fa la voce grossa quando la competenza nell’applicare le Norme appartiene ad altri Enti, mentre si defila quando la possibilità, se non il dovere, di applicare le Leggi è nelle sue mani?
Non diciamo questo per polemizzare con il Presidente della Giunta regionale, ma per richiamarlo all’impegno che assieme a lui, abbiamo assunto con i Pugliesi. Questo impegno, prevede anche l’applicazione da parte del Governo pugliese delle Leggi regionali in vigore". 

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