sabato 17 giugno 2017

Africa, tre notizie da La Stampa

Tre notizie da La Stampa. La prima è quella dell'incontro tra Merkel e Bergoglio, oggi. I due hanno parlato di Africa, anche perché la Germania ospiterà a luglio un G20 in cui si parlerà soprattutto del continente africano. Un buon segnale.

Prima ancora, tra i pochi politici italiani, è stato Giorgio Napolitano a parlare di Africa ed Europa. L'ex capo dello Stato proprio questa mattina, 17 giugno, firmava una riflessione sullo stesso quotidiano. Il titolo dice molto: il cantiere dell'Europa riparte dal fronte sud.

Napolitano scrive di una nuova attenzione dell'Europa verso l'Africa, specie grazie alla Germania. Segnale che testimonia "l’ampiezza di visione e la concretezza di approcci" evidenziata dalla Conferenza di Berlino per lo sviluppo del Continente africano. Napolitano è consapevole che a determinare questa spinta è sicuramente la "grande ondata migratoria, in particolare di provenienza africana, che ha investito i Paesi dell’Unione europea".

E tuttavia riconosce a Merkel il fatto di aver visto oltre l'emergenza migranti, a delle linee di fondo che vanno oltre l'emergenza: "l’alto tasso di natalità e la giovanissima età media della popolazione africana, specie nell’area sub-sahariana; la straordinaria ricchezza delle fonti di energia, in particolare quelle rinnovabili, di cui dispone il Continente; la possibilità di attrarre ingenti investimenti privati in Paesi grandi e piccoli dell’intera Africa".

Se si guardano i numeri dei migranti arrivati in Italia nei primi mesi di quest'anno, dei 60 mila giunti in Italia fino a fine maggio quasi 32 mila arrivano da Nigeria, Guinea, Senegal, Gambia, Costa d'Avorio, Marocco e Mali. Ovvero dall'Africa sahariana e subsahariana occidentale. Molti di questi passano per la Libia.

Proprio di Libia e di "Fronte Sud" della Nato parla la terza notizia da La Stampa. Si tratta di una interessante intervista a Claudio Graziano, capo di Stato maggiore della Difesa. Il titolo dell'intervista è "L'Italia sarà regista del piano di difesa nel cuore dell'Africa". Dove il fianco Sud è ormai una entità estesa, ben oltre il Mediterraneo meridionale che si intendeva venti anni fa. Graziano parla di penisola Arabica, Medio Oriente, Sahel, Corno d'Africa. Ovvero Nigeria ma anche Somalia e Kenya, Senegal, Mali, Marocco, Libia...

Che la Nato abbia già offerto il proprio impegno sul "Fianco Sud" non è neppure una notizia. Qualche settimana fa Gentiloni ne parlò con il segretario generale Nato Stoltenberg.

Ma anche Graziano sa che i problemi che l'Africa pone all'Europa non si risolvono solo con i militari: "La fascia del Sahel, che è anche la fascia della povertà, è senza dubbio la nuova frontiera del Fianco Sud. Ma i militari possono essere solo una parte delle risposte. Il processo problematico dell’Africa, probabilmente per colpa dell’Europa, è nato molti anni fa. Che in Africa ci fosse un problema, lo sapevamo. Che ci siano milioni di persone potenzialmente in movimento, sappiamo anche questo".

Le agenzie Onu con regolarità impressionante lanciano allarmi. Le persone che si muovono dai Paesi africani e tentano di arrivare in Europa possono morire in mare, come sappiamo, ma anche morire nel deserto, attraversando il Niger. Oppure finire nelle mani di organizzazioni criminali in Libia, come denunciavano proprio ieri la OIM e l'UNHCR.

Chissà che ad Amburgo l'agenda Africa non cominci ad assumere caratteristiche un po' meno declamatorie. Ma con una consapevolezza di fondo. 


PS
Ci aiuta ancora una volta una dichiarazione presa da La Stampa, in un articolo in cui si parla di una ipotetica "coalizione" Parigi-Roma-Berlino per le politiche sull'immigrazione. Al di là delle chiacchiere colpisce una frase dell'Ambasciatrice tedesca a Roma Susanne Wasum-Rainer: "Dobbiamo abituarci a 15 anni di migrazioni come quelle che stiamo vivendo". 

Appunto: la consapevolezza che non si può pensare di fermare il mare con qualche accordo e qualche decina di militari, e che occorre ragionare sul medio-lungo termine. 

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